A cura di Dott. Alessandro Di Gregorio
Il mal di schiena è una condizione che affligge quotidianamente una larga parte della popolazione. Non sorprende, infatti, scoprire che quasi il 100% delle persone, nel corso della propria vita, sperimenterà almeno un episodio acuto di dolore lombare (Krämer, 2006).
Proprio per questa ragione, la terapia manuale si è sempre occupata di indagare le cause specifiche dei dolori lombari. Tuttavia, ancora oggi solo una minoranza di pazienti riesce ad ottenere una diagnosi precisa, nonostante l’utilizzo di avanzate tecniche di imaging (risonanza magnetica, radiografie, TAC, ecc.).
Comprendere quale struttura anatomica sia con maggiore probabilità l’origine del dolore è non solo affascinante, ma anche fondamentale, poiché ha conseguenze dirette sia sul trattamento da adottare che sull’atteggiamento del paziente nei confronti della propria condizione.
Come già descritto in un precedente articolo dedicato alla cervicale, anche nella zona lombare troviamo due strutture fondamentali da analizzare per comprendere l’origine del dolore:
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Le articolazioni faccettarie
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Il disco intervertebrale
Le articolazioni faccettarie
Si tratta di vere e proprie articolazioni che mettono in comunicazione le vertebre tra loro. Sono dotate di una capsula articolare, sulla cui porzione posteriore si inseriscono le fibre profonde del muscolo multifido — dimostrando così quanto un problema articolare possa influenzare anche il tono muscolare.
Dal punto di vista biomeccanico, le faccette articolari contribuiscono solo marginalmente al supporto del peso corporeo (circa il 16%), ma svolgono un ruolo chiave nel guidare e limitare i movimenti, proteggendo così il disco da forze di taglio e torsione.
Il disco intervertebrale
Composto da tessuto connettivo altamente differenziato, ha una grande capacità di legarsi con l’acqua. Questa caratteristica lo rende adatto ad assorbire forze d’urto e di compressione, mantenendo al contempo la mobilità del rachide.
Con il tempo, i dischi intervertebrali subiscono un naturale processo di invecchiamento, spesso insieme all’intero segmento vertebrale. Possono protrudere o prolassare, andando a interferire con le strutture circostanti e generando sintomi differenti dal punto di vista clinico.
Quando il disco si assottiglia, la sua capacità di sostenere il peso corporeo diminuisce e fino al 70% del carico viene trasferito alle articolazioni faccettarie, che possono andare incontro a sofferenza o degenerazione. In questo modo, un problema discale può indirettamente compromettere anche altre strutture del segmento mobile, causando dolore.
Articolare o discale? I sintomi a confronto
Nonostante la stretta correlazione tra le varie componenti della colonna vertebrale, esistono alcune differenze chiave nel comportamento dei sintomi, che possono aiutare a distinguere tra un’origine articolare e una discale del dolore lombare.
Origine Articolare
Sintomi:
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Dolore assente o minimo al mattino
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Peggiora con il movimento e le attività quotidiane
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Migliora la sera, con il riposo
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Dolore solo in caso di movimenti notturni
Attività:
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Poco dolore da seduti
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Nessun dolore da sdraiati
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Il dolore non cambia avviando movimenti lenti o rapidi
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Peggiora con torsioni e allungamenti
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Estensioni peggiorano più delle flessioni
Origine Discale
Sintomi:
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Dolore elevato al mattino, specialmente nel momento di alzarsi
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Migliora durante la giornata con il movimento
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Peggiora la sera, soprattutto su divano o poltrona
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Può essere presente anche durante il sonno, per via della reidratazione del disco
Attività:
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Dolore nel chinarsi o nel mettersi calze/scarpe
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Peggiora con posizioni statiche prolungate (es. in auto o seduti a lungo)
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Migliora camminando e muovendosi
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Dolore varia in base alla velocità del movimento
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Difficoltà nell’alzarsi da posizioni di flessione
Cosa può fare il paziente?
Queste differenze, se comprese correttamente, sono fondamentali per scegliere il trattamento più adatto al singolo paziente. La domanda che sorge spontanea è: “Io, come paziente, mi riconosco in uno di questi quadri? E se sì, cosa posso fare prima che la situazione peggiori?”
La buona notizia è che non è mai troppo tardi per intervenire, ma è sicuramente meglio agire in anticipo. Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di ergonomia.
Dato che gran parte delle nostre giornate si svolge in ambienti di lavoro, è cruciale adottare buone abitudini posturali, utilizzare strumenti adeguati e creare un contesto ergonomico, soprattutto per chi trascorre molte ore alla guida.
Con l’aiuto di un professionista è possibile individuare piccoli accorgimenti che, associati a terapia manuale e ad esercizi mirati, possono rivelarsi fondamentali nella prevenzione e nel trattamento del dolore lombare.