A cura di Dott. Alessandro Di Gregorio
Il dolore alla spalla è oggi una delle condizioni muscolo-scheletriche più diffuse, sia tra le persone attive e sportive, sia tra soggetti sedentari. Può colpire qualsiasi fascia d’età, con manifestazioni cliniche spesso molto diverse da un individuo all’altro. Come possiamo quindi orientarci per comprendere le cause e le possibili soluzioni?
Anzitutto, è importante ricordare che l’articolazione della spalla non è una singola struttura, bensì un sistema complesso formato da più articolazioni. Proprio per questa complessità, nelle diagnosi mediche si utilizza spesso il termine “periartrite scapolo-omerale”, che racchiude un insieme di patologie e sintomi riferibili alle strutture dell’articolazione gleno-omerale e non solo. Tuttavia, ai fini terapeutici, è fondamentale individuare con precisione quale sia la struttura primaria responsabile del dolore, così da intervenire in maniera mirata.
Anatomia funzionale della spalla
La spalla è costituita principalmente dalla testa dell’omero e dalla fossa glenoidea della scapola. Poiché la testa omerale è significativamente più grande rispetto alla cavità glenoidea, entra in gioco il labbro glenoideo (di natura fibrocartilaginea) che ne amplia la superficie e ne migliora la stabilità. Attorno a questa articolazione si sviluppa una capsula articolare, integrata dai legamenti gleno-omerali e dalla cuffia dei rotatori, che concorrono alla stabilizzazione attiva dell’articolazione.
Vista la complessità anatomica, il dolore può originare da numerose strutture, tra cui:
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Muscoli e tendini (sovraspinato, sottoscapolare, infraspinato, bicipite, deltoide)
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Strutture articolari
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Colonna cervicale (irradiazioni dalle radici da C4 a C8 o fenomeni riferiti come le zone di Cloward)
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Seconda vertebra toracica (T2), che può proiettare dolore nella regione posteriore della spalla
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Organi viscerali (cuore, polmoni, fegato, diaframma)
Tutte queste aree devono essere adeguatamente valutate durante una prima visita, al fine di escludere patologie sistemiche e orientare il trattamento più efficace.
Le articolazioni della spalla e i sintomi correlati
Come anticipato, la spalla è un sistema sinergico. Ecco una panoramica delle principali articolazioni coinvolte e dei sintomi più comuni:
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Gleno-omerale: dolore profondo, con irradiazione verticale lungo la rima articolare e sensazione di “morsa” attorno alla parte anteriore del braccio, in particolare nella zona del bicipite.
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Acromion-omerale: dolore diffuso, spesso orizzontale, che coinvolge anche la regione posteriore e laterale della spalla.
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Acromion-clavicolare: dolore più superficiale, localizzato sulla clavicola o in prossimità dello sterno, ben definito dal paziente.
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Scapolo-toracica e articolazioni costali: fondamentali per garantire il corretto movimento della scapola, che a sua volta orienta l’articolazione gleno-omerale in tutti i piani del movimento.
Attività quotidiane e fattori predisponenti
Molte azioni comuni – come infilarsi un maglione, allacciarsi il reggiseno, pettinarsi o portare a spasso il cane – possono scatenare sintomi dolorosi, evidenziando quanto sia coinvolta la spalla nei gesti quotidiani.
Alcune attività, tuttavia, rappresentano fattori predisponenti specifici:
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Sport traumatici o overhead: rugby, hockey, football americano, pallavolo, basket, pallanuoto, baseball, golf. In questi casi è essenziale valutare la presenza di eventuali lesioni strutturali e verificare che il controllo motorio sia adeguato alle richieste del gesto atletico.
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Lavori usuranti: imbianchini, muratori, operai che lavorano con le braccia sopra la testa o sollevano carichi pesanti. Anche lavori meno pesanti ma molto ripetitivi possono portare, nel tempo, a infiammazioni e lesioni da sovraccarico.
Quando intervenire
Che tu sia uno sportivo professionista o un lavoratore, ignorare il dolore sperando che passi da solo non è mai la strategia ideale. Più si protrae la situazione, più si instaurano compensi e squilibri, con conseguente aggravamento della debolezza muscolare e comparsa di sintomi secondari.
Un intervento precoce, supportato da una valutazione professionale, permette di impostare un percorso terapeutico efficace, che integri terapia manuale, esercizio terapeutico e, se necessario, rieducazione posturale e motoria.